Le Terme di Caracalla rappresentano uno degli esempi più grandiosi delle terme imperiali romane, con una parte significativa della loro struttura ancora conservata.
Da osservare sul sito:
- Le vaste sale termali (frigidarium, tepidarium, caldarium) che illustrano l’organizzazione complessa delle terme.
- I mosaici e i pavimenti decorati, testimonianza del lusso e dell’arte romana antica.
- I resti dei giardini e delle piscine, che indicano lo spazio dedicato al relax e ai passatempi.
- I resti delle strutture voltate e degli archi, impressionanti per le loro dimensioni e la tecnica costruttiva.
- Le pitture murali e i frammenti scolpiti, che offrono uno sguardo sulla decorazione interna originale.
Panoramica storica
Queste terme furono ordinate dall’imperatore Caracalla e costruite tra il 212 e il 217. Polemio Silvio, nel V secolo, le considerava una delle sette meraviglie di Roma. Erano rinomate per la ricchezza della loro decorazione e delle opere d’arte che le ornavano.
Per alimentare queste terme con l’acqua, fu costruito nel 212 l’acquedotto dell’Aqua Antoniniana, che attraversava la via Appia tramite l’Arco di Druso.
Le mura esterne furono realizzate dagli ultimi due imperatori della dinastia dei Severi, Eliogabalo e Alessandro Severo. Successivamente furono eseguiti lavori di restauro. Dopo la distruzione di diversi acquedotti da parte dei Goti nel 537, le terme cessarono di funzionare.

Descrizione e visita delle terme
Le Terme di Caracalla potevano accogliere più di 1.600 persone. Misuravano, con i loro muri esterni, 337 metri per 328, mentre il corpo centrale era di circa 220 metri per 114.
La recinzione esterna comprendeva un portico, di cui rimangono pochi resti.
Sul retro, una struttura coperta a forma di cupola, con gradinate, ricopriva enormi cisterne con una capacità stimata di 8.000 m³ (cioè 8 milioni di litri). Ai lati si trovavano due sale utilizzate come biblioteche.
Un camminamento sopraelevato costeggiava l’interno della cinta, probabilmente destinato alla sorveglianza o alla circolazione dei visitatori, forse anche alla manutenzione delle strutture.
Lo spazio compreso tra la cinta e il corpo centrale era occupato da giardini e altri spazi verdi.
L’accesso al corpo centrale avveniva attraverso quattro porte, che conducevano a una sala quadrata, probabilmente l’apodyterium (spogliatoio), prima di accedere agli spazi per il bagno dove si praticavano vari esercizi fisici, all’aperto o al coperto. Seguiva una sala rettangolare, dotata di piccole aperture oblique per limitare la dispersione del calore: era il laconicum (bagno turco). Da lì si entrava nel caldarium, grande sala circolare di 34 metri di diametro, con una vasca di acqua calda al centro. Un sistema di riscaldamento ad ipocausto scaldava queste sale, rappresentando una notevole innovazione tecnica per l’epoca.
Un percorso simile poteva essere seguito nell’altra metà dell’edificio, che è simmetrica.
Il circuito proseguiva nel tepidarium, più piccolo, poi nel frigidarium, sala centrale a pianta basilicale, dove il bagno terminava nel natatio, piscina all’aperto, forse circondata da portici e colonne, come era spesso consuetudine per questo ambiente.
Nel 1901 e nel 1912 furono sgomberati i sotterranei, e nel 1938 fu scoperto un mitreo, il più grande conosciuto a Roma.
Durante la seconda metà del XX secolo, la parte centrale delle terme fu utilizzata per concerti e rappresentazioni teatrali. Nel 2000, il complesso fu liberato da queste installazioni moderne.
Opere scoperte nelle terme
Al centro degli spazi rettangolari situati alle estremità del frigidarium si trovavano probabilmente due vasche in granito, successivamente spostate per diventare le fontane di Piazza Farnese. Altre vasche furono installate nel Cortile del Belvedere ai Musei Vaticani.
Quattro colonne in granito ornavano il natatio. Solo una è sopravvissuta e si trova dal 1563 in Piazza Santa Trinità a Firenze. La maggior parte delle altre colonne è stata riutilizzata in palazzi e chiese di Roma.
Altre opere d’arte furono scoperte durante gli scavi, soprattutto nel XVI secolo, con le tre sculture gigantesche Farnese: il Toro, la Flora e l’Ercole, oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli; così come il mosaico degli atleti, scoperto nel 1824, oggi esposto ai Musei Vaticani.
Cartina ed indirizzo
Indirizzo : Viale delle Terme di Caracalla, 00153 Roma RM, ItalieIf you see this after your page is loaded completely, leafletJS files are missing.
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Terme di Caracalla Viale delle Terme di Caracalla, 52 | ||
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